Padre Angiolino Di Lizia, un missionario tra noi
Un commosso ricordo del sacerdote di Castiglione Messer Marino
Tanta folla nella chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo di Castiglione Messer Marino per la Messa in suffragio di Padre Angiolino Di Lizia, venuto a mancare a 58 anni a Palermo e natio del centro dell’Alto Vastese.
La celebrazione è stata officiata il 21 gennaio scorso alla presenza di S.E. Monsignor Domenico Scotti, vescovo della diocesi di Trivento.
Padre Angiolino inizia il suo percorso formativo per diventare missionario prima a Santa Maria a Vico (Ce) e poi a Ripalimosani (Cb) dove consegue la licenza magistrale. Ordinato sacerdote a Frascati (Rm) nel 1979, l’anno seguente è inviato a Passirano (Bs), nel 1987 a Santa Maria Capua Vetere e a San Prisco, nel Casertano, dove dà inizio alla realizzazione di una nuova parrocchia. Missionario in Senegal, ritorna poi a Frascati nel 1992. Nel 2000 è stato inviato nella comunità di Palermo e nel 2001 è parroco di Villagrazia (Pa) dove, alla vigilia di Natale 2011, ha officiato la sua ultima messa, con già evidenti i segni della sofferenza portata avanti comunque con grandissima Dignità.
Gli abitanti di Castiglione Messer Marino hanno voluto accompagnare Padre Angiolino Di Lizia in questo suo ultimo viaggio con l’affetto e la partecipazione che si riserva a una persona di famiglia poiché la sua dedizione verso gli altri era ben nota in paese. Tutti hanno partecipato alla messa con il Cuore. Toccante è stato il momento durante il quale quindici missionari Oblati dell’Ordine di Sant’Eugenio de Mazenod, giunti appositamente da Palermo, hanno chiesto a Monsignor Scotti e al parroco del posto Don Vincenzo Lalli il permesso di poter intonare un canto, “In Paradiso con te”, che ha coinvolto tutti i presenti nella Chiesa Madre di Castiglione Messer Marino.
Caro Padre Angiolino, sarai per tutti un esempio; in questo mondo grazie a Dio esistono ancora persone di così alto profilo, come lo eri tu. Prega ancora per noi.
Carlo e Maria Teresita Troilo
Sergio Natoli. L’amore è per sempre
Testi
Natale
In questa notte santa
p. Angiolino
“Ciò che resta nella vita è l’unione con Dio sempre più profonda, sempre più matura che ti rimette a fuoco, ogni momento per vivere nell’umanità di oggi come persone che sono nel mondo, ma non del mondo. È un rapporto personale con Dio dove Lui è il tutto della nostra vita e noi siamo nulla, ma Egli ci riempie del suo Amore per essere una sua Presenza viva tra le persone con le quali veniamo a contatto…
Ho cercato di non spezzare mai l’unità con i fratelli, ma di piegarmi perché l’unità non venisse mai meno tra di noi.
Nell’apostolato ho sperimentato che ciò che conta, non è tanto l’attività ma essere una presenza viva di Gesù, perché è Lui che tocca i cuori e noi siamo solo strumenti nelle sue mani.
Tutto attorno a me e dentro di me crolla e appassisce come un filo d’erba, ciò che resta al di là di ogni cosa, ciò che rimane oltre la morte è l’Amore”.
Dai messaggi di P.Angiolino dall’ospedale
19 SETTEMBRE 2010
La visione di vita che Gesù mi offre non è quella di rimanere bloccato nella sofferenza, ma di vivere la mia vita come un viaggio; un viaggio di continua purificazione che mi porta ad essere simile a lui. Quando soffro vado col pensiero alla potatura e prego. Dal mio corpo ferito nasceranno più frutti e più forti.
Sento rivolta a me una frase che S. Teresa di Gesù Bambino ha scritto ad un sacerdote: “Io sono tua sorella e tua amica. Sempre veglierò su di te”. Dio veglia su di me e non mi abbandona. Anche la comunità cristiana di Villagrazia mi ha fatto sentire il suo affetto.
Sento, allora, sgorgare in me una strana forza, un’energia potente, una voglia di farcela: lotterò anche questa volta.
Mi rifugio, come un bambino, sotto il manto materno di Maria SS. delle Grazie, sicuro della sua protezione e del suo amore.
- Angiolino
29 Settembre 2010
«In te Signore mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia salvami». Sono parole del salmo 31 che esprimono meglio la mia permanenza qui in Ospedale. Il dolore è qualcosa di inspiegabile e di imprevisto. É come qualcuno che bussa alla tua porta e dice: «C’è posta per te».
Il Crocifisso è il mio punto di riferimento. Sento che le sue braccia inchiodate sulla croce mi abbracciano come per dirmi: «Non aver paura». Gesù in Croce non poteva far nulla, non aveva nessuna alternativa: perché era inchiodato. Così mi sento in questi giorni. Come S. Teresa di Gesù Bambino, di cui ricorre oggi la sua memoria, offro la mia solitudine, la mia sofferenza, la mia malattia per la Chiesa, per la venuta del Papa a Palermo, per tutti voi di Villagrazia, nessuno escluso, perché il mio soffrire aumenti la vostra fede e la vostra fiducia in Dio che ci ama e ci vuole sempre bene.
O Maria, Madre della Grazia, copri con il tuo manto gli abitanti di Villagrazia in modo particolare chi si trova in difficoltà, in solitudine, nella malattia e nella prova. Sii per tutti noi Madre di bontà e di amore. Amen.
1.Angiolino
Documenti
Supplica alla Madonna delle Grazie
Veglia Missionaria 98 – ‘Che tutti conoscano Te’
Video
Poesie
Angiolino
essere nella Sua volontà:
crocifisso in un letto
senza forze né parole,
mai un lamento.
Assorto nel silenzio
custodivi
il tuo patire e il suo segreto.
Tenace nel tuo stabat
come Maria e con lei.
Occhio vigile,
a volte spento,
ansimante, ti consumavi,
come lento olocausto.
Schivo alle apparenze
e al lasciarti amare,
finalmente hai ceduto …
Allora un’onda
sempre più crescente ed incessante
d’un amore familiare semplice e bello
carezzava dolcemente
tutta la tua persona:
gratitudine immensa
in una gara di amore tenero e concreto
dei tuoi fratelli oblati
e dell’amata e cara famiglia parrocchiale.
Amore silenzioso e granitico
dei tuoi familiari,
specie della cara mamma.
Amore purificato dal dolore
per non esserti accanto,
amandoti così ancor più
in questa tua volontà
di non farli soffrire.
Dopo la tua celebrazione
per la nascita di Gesù,
oggi siamo qui per celebrare
la tua nascita al cielo di Dio.
Oggi siamo qui,
quasi increduli ma arresi, con te,
alla suprema volontà del Padre
che sempre orienta al bene le nostre sorti,
se docili,
come la via del tuo calvario c’insegna.
Siamo qui con te e per te,
nell’umano dolore ma nella contemplazione
del mistero della vita e della morte,
con lo sguardo dell’anima
immerso in quel cielo divino,
da te innumerevoli volte additato
come missionario oblato,
ed ora tua eterna dimora.
La tua assenza fisica
c’insegni a purificare lo sguardo
per saperti riconoscere
nel dono eucaristico
ed incontrarti in questo mistero d’eternità –
posto nelle nostre mani, nel nostro cuore –
ambito privilegiato della comunione dei santi!
Mistero dove tu sei,
mistero da te celebrato, vissuto,
oggi e per sempre senza veli contemplato.
La concretezza del dono della tua vita,
nella prospettiva dell’Eterno,
c’insegni a scoprire sempre più
quell’essenziale che da senso
alla nostra esistenza
impregnando d’amore semplice e bello
le nostre relazioni,
qualificandole nei gesti ordinari
di cui sono costellate le nostre giornate.
Che la memoria
di questo momento straordinario di grazia
ispiri sempre di nuovo
l’ordinario della nostra vita,
per ritrovarci santi tra i santi,
quando e come Dio vorrà.
Amen.
(Palermo, 19 gennaio 2012, P. Antonio Santoro omi)
“SILENCE.
Cristo non si è fermato ad Eboli.
Un passo, un altro ancora, un salto sullo stretto.
Occhi di Madre l’hanno rapito
per strade di periferia: sfreccia
in sella ad una vespa blu.
Vaga silenzioso, in silenzio ama.
Poche parole, discorsi sussurrati
in punta di piedi e braccia spalancate.
Figlio adottivo di una terra che scotta
sotto i sandali di un nomade del Padre.
Pianta una tenda silenzioso, in silenzio ama.
Poche parole, discorsi balbettati:
è un innamorato cronico, un amante cieco
che non riesce a dar voce ad un sentimento
che pulsa in vene fragili. Arde il sangue.
Quel sangue.
Del suo amore scrive con una timida penna:
le sue lettere ora sono libro.
Baci e carezze d’improvviso diventano vita
per quell’amata che prima del suo arrivo
era una donna depressa, smarrita, perduta,
rannicchiata in disparte, lontano dalle luci della città.
Una moglie che ora piange sommessa
per l’addio dello sposo incontrato per caso,
per caso sopraffatto da quel sangue
che, forse invidioso, si è riversato contro.
Nessuna lacrima, nessun singhiozzo:
Cristo non si è fermato ad Eboli né a Villagrazia.
Ha solo rindossato il casco scuro
per correre a tifare, beffardo, diavoli rossoneri
tra angeli bianchi. Bianchi come il sangue.
Quel sangue.
Lorenzo Avola
Un libro per
riscoprire la periferia di Palermo
Un monastero antichissimo, il fiume Oreto, Roberto il Guiscardo. Sono i tre elementi con cui comincia la storia de “Le origini della borgata di Villagrazia, dal Monastero di S. Nicolò Lo Gurguro al Convento di S. Maria della Grazia”, libro a cura di Angiolino Di Lizia, parroco della chiesa di Maria SS. delle Grazie.
“Costruire la nostra identità senza tener conto della storia del territorio in cui viviamo – scrive Di Lizia nella prefazione del libro – conduce a un percorso di crescita incompleto, se non falsato. L’identità non può prescindere dal percorso che l’ha resa tale”.
Come richiedere il libro di p.Angiolino:
Per chi desiderasse ricevere una o più copie del libro di p. Angiolino può rivolgersi alla Parrocchia di Maria SS. delle Grazie, v. Villagrazia, 302 – 90126 – tel. 091.430160