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Ancora Natale

(p.Antonio Santoro omi)

Memoria

della Parola eterna

in un corpo di carne,

in una terra sempre martoriata.

Quanta fantasia

canta quel mistero … !

Ma, la realtà

è sì, ben altra!

Evento cosmico

avvolto in fasce!

Speranza di Vita

sboccia nell’oscurità –

umile, nel freddo

d’una mangiatoia.

Stupore immenso

della genitrice e dello sposo –

contemplano l’Eterno

nella paglia.

Potenza e maestosità

svaniscono

in quelle tenere carni.

Lo offrono

allo sguardo attonito

di gente umile e sapiente –

custodendo nel cuore

le origini e il Suo destino …

Gioia, sì,

pacata e bella,

nel silenzio dell’«umano» –

godono il mistero del Divino …


 

 “un umile operaio della vigna del Signore”, con queste parole Benedetto XVI si è definito all’inizio del pontificato. É stato coerente con questa coscienza di sé fino in fondo, fino a riconsegnare a Cristo Pastore il compito ricevuto per un bene maggiore per la Chiesa. Così commentava il Vangelo della pesca miracolosa il giorno prima della rinuncia al pontificato:

“L’uomo non è autore della propria vocazione, ma dà risposta alla proposta divina; e la debolezza umana non deve far paura se Dio chiama. Bisogna avere fiducia nella sua forza che agisce proprio nella nostra povertà; bisogna confidare sempre più nella potenza della sua misericordia, che trasforma e rinnova (Angelus 10 Febbraio 2013)

Grazie caro Padre e Papa Benedetto per averci mostrato il tuo modo umile di servire Cristo e l’umanità, la tua libertà da ogni forma di potere e di prestigio avendo nel cuore unicamente il tuo essere di Cristo e avendo a cuore il nostro bene.

Mi è difficile capire come ogni figlio fa fatica a capire l’amore di un vero e buon padre, ma so ancor di più che “ti voglio bene” come ti ho gridato quando sei venuto a Palermo e ti sei girato e hai sorriso. Mi mancherà la tua parola pacata, delicata, rispettosa, semplice e profonda così come deve essere il tuo cuore.

Salvatore Franco


Riportiamo qui una poesia della giovanissima Giuseppina Colletti di Chiusa Sclafani (PA) al suo papà come luminoso esempio dell’importanza dela figura paterna in quanto riferimento interiore della vita personale:

DA QUANDO NON CI SEI

Da quando non ci sei
Tutto ha perso il suo sapore,
non sai quanto ti vorrei
per darti ancora tutto il mio amore.
Già manchi da tanto tempo
ma sembra passato solo un istante
che come un soffio di vento
mi riporta al presente.
Perché sei andato via e mi hai lasciato qui
senza un riferimento che mi aiuta
quando la mia vita
si riempie di mille problemi
come un labirinto senza uscita.
Non sai quanto mi mancano i tuoi abbracci,
i tuoi baci e le tue risate,
che al solo chiuder gli occhi
mi sembra di riaverli qui vicino a me.
Ma io so che non mi hai mai abbandonato,
che con le tue angeliche ali
mi hai sempre protetto
e mi hai aiutato e perdonato
anche quando ho sbagliato
e per questo da quando non ci sei
non ti ho mai scordato!

Giuseppina Colletti


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