Annuccia Doro

Annuccia 2

1942-2005

Annuccia vive i primi 24 anni in Sardegna, prevalentemente a Sorso. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Matematica dell’Università di Cagliari completando poi gli studi a Firenze.

La sua passione diviene presto l’insegnamento: è molto apprezzata dagli studenti per le sue doti di rigore e, allo stesso tempo, di capacità di comprensione dei giovani. Nel ’68 conosce Marco Ghiozzi con il quale si sposa nel ’72. L’anno dopo nasce il loro figliolo Bruno .

Annuccia si rivela una moglie e una madre esemplare, si impegna in molteplici attività nelle quali profonde il suo entusiasmo, la sua grinta e la sua dolcezza. Un talento che coltiverà tutta la vita è il teatro ma la ritroviamo spesso coinvolta, senza dare nell’occhio, nel servizio di volontariato come al Cottolengo di Firenze, nel gruppo missionario  e nel servizio di preparazione al matrimonio nella parrocchia di Casellina.

Con Marco e Bruno è una presenza significatica e cara, non solo per la sua famiglia, ma anche per la Parrocchia, per la famiglia oblata di Firenze, per i suoi coleghi e studenti e  a tutti  lascia una testimonianza indimenticabile.

Annuccia 1

Verso la fine del 2003 iniziano per Annuccia una serie di disturbi fisici, ai quali sembra mettere fine un intervento subìto dopo il matrimonio del figlio Bruno con Sabrina. Nel 2005, poco prima di un ulteriore importante intervento chirurgico alla pleura, le viene riscontrato un tumore presente già da un anno.

Annuccia  inizia con fede, un cammino di dolore, con analisi, visite, consulti e poi cure. E’ sempre perfettamente consapevole e informata della sua situazione e si impegna al massimo per contrastare il male, Con grande determinazione inizia a predisporre ed organizzare tutto in vista della sua partenza per il cielo. Dà indicazioni su tuti gli aspetti importanti: i suoi averi, la vita della sua famiglia, il funerale, il luogo del suo riposo. Insegna anche al marito a sbrigarsela da solo nelle faccende di casa.

Riceve quasi quotidianamente a casa l’Eucaristia. Spesso nel ricevere la comunione si commuove fino a piangere. Con un cenno della mano fa capire che sta per andare a Dio

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